Quando si parla di performance pubblicitarie per un eCommerce, spesso ci concentriamo su metriche come il ROAS, il tasso di conversione o il CPM.
Ma c’è una metrica che genera sempre dubbi e discussioni: il CTR (Click Through Rate).
Il CTR non è solo un numero che indica quante persone cliccano sui tuoi annunci.
È un segnale.
Comunica il livello di interesse degli utenti, l’efficacia delle creatività e, in alcuni casi, anche il livello di targeting delle tue campagne.
Ma un CTR basso significa davvero che stai sbagliando qualcosa?
In questo articolo vogliamo analizzare il CTR su Meta Ads, spiegarti quando un valore basso è normale (e persino positivo) e fornirti le strategie giuste per valutare correttamente le tue campagne pubblicitarie.
Cos’è il CTR
Il CTR (Click Through Rate) è una delle metriche più utilizzate per valutare le performance di una campagna pubblicitaria, sia per gli eCommerce che per altre tipologie di business.
È un indicatore che misura quante persone cliccano su un annuncio rispetto al numero totale di persone che lo hanno visualizzato.
In termini pratici, il CTR si calcola con questa formula:
Ad esempio, se il tuo annuncio è stato visto 1.000 volte (impressions) e ha ricevuto 10 click, il CTR sarà dell’1%.
I diversi tipi di CTR
Quando parliamo di CTR, spesso ci riferiamo al valore generico calcolato su tutte le interazioni con un annuncio.
Tuttavia, esistono diversi tipi di CTR, ognuno con una funzione specifica e una rilevanza diversa per le campagne di un eCommerce.
I principali tipi di CTR:
CTR (Link Click-Through Rate): il classico CTR che misura quante persone cliccano su un link nell’annuncio rispetto al numero di impression. È utile per capire l’interesse generale verso l’annuncio.
CTR all: indica la percentuale di tutte le interazioni sull’annuncio, non solo i clic sul link ma anche le reazioni (like, commenti, condivisioni, ecc.). Questo dato è utile per misurare il coinvolgimento complessivo, ma può essere fuorviante per valutare le conversioni.
CTR outbound (Outbound Click-Through Rate): questo tipo di CTR misura quante persone cliccano sull’annuncio e finiscono fuori dalla piattaforma, ossia sul sito del tuo eCommerce. Questo è il CTR più utile nelle campagne di performance, perché indica il reale traffico che gli annunci stanno portando sul tuo store.
CTR outbound unique: una variante del CTR outbound che considera solo i clic unici. È particolarmente utile per evitare doppioni e valutare quante persone distinte stai portando al tuo sito.
Perché il CTR outbound è fondamentale per le performance di un eCommerce?
Quando gestiamo campagne con l’obiettivo di vendite o lead generation, il CTR outbound diventa la metrica chiave.
Questo perché:
- Misura il traffico reale sul sito: a differenza del CTR all, che include clic inutili (es. “Mostra altro”), il CTR outbound tiene conto solo dei clic che portano gli utenti sul tuo eCommerce.
- Collega gli annunci al funnel: un buon CTR outbound indica che i tuoi annunci stanno facendo il loro lavoro, portando potenziali clienti sul sito dove avviene la conversione.
- Ottimizza le campagne per la conversione: se il CTR outbound è basso, potrebbe significare che il messaggio o l’offerta non sono sufficientemente persuasivi per spingere l’utente a visitare il sito.
Esempio:
Immagina di gestire una campagna per il tuo eCommerce di accessori moda premium:
- CTR all: 3,5% (molti like e commenti sull’annuncio).
- CTR outbound: 0,8%.
Nonostante l’elevato coinvolgimento sull’annuncio, il traffico effettivo verso il sito è basso.
Questo potrebbe indicare che l’annuncio non comunica chiaramente il valore del prodotto o non invoglia abbastanza l’utente a visitare il tuo eCommerce.
Dopo aver rivisto il copy e aggiunto un’offerta chiara, il CTR outbound sale al 1,5%, e le conversioni sul sito aumentano del +20%.
Questo dimostra come il CTR outbound sia una metrica cruciale per ottimizzare le performance.
Perchè il CTR outbound è importante?
Il CTR outbound è una metrica utile per capire:
- L’efficacia dell’annuncio: indica quanto l’annuncio è rilevante e interessante per il tuo pubblico.
- La qualità del traffico: un CTR più alto può segnalare che il messaggio è in sintonia con il target.
- L’efficienza delle creatività e del copy: ti aiuta a valutare se l’immagine, il video o il testo dell’annuncio stanno catturando l’attenzione.
Tuttavia, è importante ricordare che il CTR non è tutto.
Anche un CTR alto può essere inutile se il traffico generato non converte, mentre un CTR basso può rappresentare un successo se il pubblico raggiunto è qualificato e pronto ad acquistare.
Perché il CTR non deve ossessionarti
Molti proprietari di eCommerce si concentrano esclusivamente su questa metrica, pensando che un CTR basso significhi che la campagna non sta funzionando.
Ma non è così: il CTR è solo una delle tante metriche da considerare e il suo peso dipende dal settore in cui operi e dal tuo target di mercato.
Esempio:
Un nostro cliente eCommerce ha registrato questi dati nel 2024:
- Budget pubblicitario annuale: 256.166,36€.
- CTR medio: 0,44%.
- ROAS medio: 4,73.
- Crescita del fatturato dell’eCommerce: +30% rispetto all’anno precedente.
Sebbene il CTR fosse basso, il ROAS e la crescita del fatturato dimostrano che le campagne erano ben ottimizzate per raggiungere un pubblico qualificato.
Questo cliente vende prodotti di nicchia, e ogni click sul suo sito rappresenta un potenziale cliente con un alto intento di acquisto.
Quindi non giudicare una campagna solo dal CTR.
Analizza altre metriche chiave che ti aiutano a misurare il vero impatto sulla tua attività.
CTR basso: colpa della nicchia o dei prodotti?
Il CTR di una campagna dipende anche dalla nicchia di mercato in cui opera il tuo eCommerce e dal tipo di prodotti che vendi.
Capire questa relazione è fondamentale per non fare valutazioni errate sui tuoi dati.
- Nicchie grandi (CTR alto): se vendi prodotti destinati a un pubblico ampio e generalista, come nel caso di un eCommerce di moda economica (es. t-shirt o accessori a basso prezzo), è normale ottenere CTR più alti. Questo accade perché il tuo target è vasto e i tuoi annunci sono rilevanti per una grande quantità di persone.
- Nicchie piccole (CTR basso): al contrario, se il tuo eCommerce si rivolge a un pubblico molto specifico, come quello delle attrezzature subacquee premium, il CTR sarà probabilmente più basso. Questo non significa che la campagna stia fallendo, ma che stai raggiungendo utenti altamente qualificati.
Esempio:
Un nostro cliente che vende attrezzature subacquee di alta gamma ha ottenuto:
- CTR medio: 0,37%.
- ROAS medio: 5,57.
- Crescita del fatturato: +25% rispetto all’anno precedente.
Anche con un CTR basso, il traffico portato al sito era composto da utenti interessati e pronti a convertire.
Questo dimostra che un CTR basso può essere un indicatore positivo per eCommerce di nicchia.
Le metriche che contano davvero per il tuo eCommerce
Concentrarsi solo sul CTR può portarti a decisioni sbagliate.
Ecco le metriche che dovresti analizzare per capire davvero se le tue campagne pubblicitarie stanno aiutando il tuo eCommerce a crescere:
ROAS (Return On Ad Spend): Quanto stai guadagnando per ogni euro speso in pubblicità?
- Un ROAS alto indica che i tuoi investimenti pubblicitari sono profittevoli, anche con un CTR basso.
CPM (Costo per Mille Impression): Il costo per mostrare i tuoi annunci è stabile e sostenibile?
Tasso di conversione: Quanti utenti che cliccano sul tuo annuncio completano un acquisto?
Fatturato totale: Il tuo eCommerce sta generando più entrate rispetto al passato?
Dimensione della nicchia: Quanto è ampio il tuo mercato di riferimento?
Esempio: un nostro cliente con un eCommerce di prodotti per il fitness premium ha ottenuto un CTR dello 0,50%, ma il ROAS medio era di 5,05 e il tasso di conversione era sopra la media. Nonostante il CTR non fosse altissimo, i numeri chiave dimostravano che le campagne stavano funzionando.
Quando cercare di alzare il CTR (e quando no)
Ci sono situazioni in cui ha senso cercare di migliorare il CTR delle tue campagne, ma non sempre è la scelta migliore.
Ecco come capire se è il momento di intervenire:
Quando migliorare il CTR:
- Il ROAS è basso: se i tuoi investimenti pubblicitari non portano un ritorno sufficiente, potrebbe essere utile testare strategie per aumentare i clic.
- I CPM sono elevati: un CTR molto basso può significare che i tuoi annunci non sono abbastanza rilevanti per il tuo pubblico.
Esempio:
Per un eCommerce di prodotti personalizzati, abbiamo provato a migliorare il CTR testando annunci più generici.
Il risultato?
- Il CTR è aumentato del +15%.
- Ma il ROAS è sceso del -25% e il traffico generato era poco qualificato.
Questo dimostra che aumentare il CTR non basta se il traffico che porti al sito non converte.
Come valutare correttamente il CTR: consigli pratici per proprietari di eCommerce
Per interpretare il CTR nel contesto giusto, segui questi passaggi:
Conosci i benchmark del tuo settore: Ogni nicchia e categoria di prodotto ha CTR medi diversi. Informati sui dati tipici per la tua nicchia di mercato.
Analizza il quadro completo: Non limitarti al CTR. Guarda il ROAS, il tasso di conversione, il fatturato totale e la qualità del traffico.
Testa e ottimizza: Prova diverse creatività, come immagini, video e copy, per trovare la combinazione che funziona meglio per il tuo pubblico.
Monitora il pubblico raggiunto: Un CTR basso può essere un successo se raggiungi utenti pronti ad acquistare i tuoi prodotti.
Conclusione
Un CTR basso non è sempre sinonimo di un problema, soprattutto se il tuo eCommerce opera in una nicchia specifica dove il pubblico è più ristretto ma altamente qualificato.
Invece di fissarti solo su questa metrica, focalizzati su ciò che conta davvero: il ROAS, il tasso di conversione e la crescita del fatturato del tuo eCommerce.
La prossima volta che ti preoccupi per un CTR basso, chiediti: “Sto raggiungendo le persone giuste?”
Se il traffico che arriva è di qualità e converte, probabilmente la tua strategia è già sulla buona strada.
Ricorda, i numeri vanno sempre letti nel loro contesto, e un CTR apparentemente basso potrebbe nascondere una campagna perfettamente ottimizzata.